Amo la natura ed ho scelto di vivere in un piccolo borgo immerso nel verde ai piedi delle Alpi Apuane dove le ombre del bosco incontrano il candore delle cave di marmo.
Il mio lavoro è mosso da un invincibile desiderio di dare leggerezza a ciò che è pesante, plasmare la dura pietra per renderla morbida, trasparente, sensuale.
Sono scultrice di opere in marmo
che eseguo personalmente nel mio studio con metodi contemporanei rigorosamente e tecnicamente legati alla manualità del materiale marmo.
Vivo nel contemporaneo ma la lunga pratica necessaria per eseguire le mie opere mi appassiona
poiché senza tempo e nel tempo della storia.
Amo molto la mia terra tra le Apuane, dove è possibile contemplare le cave del marmo
un paesaggio spesso violato dall’uomo e ogni volta che un blocco di statuario arriva nel mio studio non posso fare a meno di riflettere…
Sono una donna che vive nel presente ma la scultura è il mio essere senza tempo.
Eva e la poetica di Beatrice Taponecco
Una foglia. Eva. Nell’albero da cui proviene: la vita.
Nella plasticità della sua forma, la seduzione primordiale, la trasgressione che rende la sua figura feconda all’infinito.
Le foglie morte si raccolgono insieme, ammucchiate. Le altre no; continuano a danzare sospese ad ogni anelito di vento, capace di dare ad ognuna di esse un nuovo lessico e con esso una nuova lettura che dispensa forme antropomorfe.
Le foglie di Beatrice, scolpite nella purezza bianca marmorea, sono questo e molto altro ancora. Sono l’energia che prende vita dalla materia, apparentemente fredda, che diventa madre di nuove creature, figlie dell’artista, capaci di generare calore e colore per le nostre anime. Per l’ artista non esiste separazione tra arte e vita.
Non esiste separazione tra materia e movimento plasmante. Esiste sofferenza e gioia nell’atto della creazione. Ogni volta è un distacco che, mano a mano, si staglia nella pietra che le mani modellano. E’ parte di se che dal corpo, nudo e privo di orpelli, si materializza per i nostri occhi, grazie a un linguaggio definito e riconoscibile. Un talento, misto al coraggio, capace di privare la materia di quella parte di essa che non la rende opera, ma solo medium del sentire più profondo.
Così è se vi pare, ma di più se lasciate che l’opera appaia come frutto del peccato primordiale. Come frutto di Eva. Perché scolpire, per l’artista, è una sfida con l’ignoto, con quel che, senza bozzetto, le sue mani sapranno plasmare.
L’opera è una mela colta dall’albero della conoscenza del bene e del male. Perché l’arte è gioia, trasgressione e se la donna, prima di disobbedire per assaporare il frutto proibito, era perfetta e immortale, è solo grazie alla consapevolezza della sua imperfezione che continua la ricerca della perfezione delle forme con cui rappresentarsi. Di ciò che mente e corpo possono partorire.
Un tentativo ammirevole, forse quanto inutile, sapendo che è perfetto è inimitabile e come tale assume il valore di un punto fisso nell’infinito, che si allontana ogni qual volta si prova a raggiungerlo.
Da questa spasmodica ricerca nasce l’impeto che da il senso all’opera e libera energia che si propaga cingendo l’osservatore, fino a condurlo nella stessa danza che le forme creano per i nostri occhi.
Il consiglio per l’osservatore è quello di lasciarsi andare, vincendo la materialità dell’opera per cogliere il sublime dell’arte. Di provare a trascendere, così da poter accarezzare l’anima dell’artista nascosta all’interno di ciò che ha creato, ispirata da ciò che di più universale rappresenta l’arte, da ciò che porta a sperimentare fino a trascendere, per poi ritrovarsi in ciò che più è metafisico grazie al levare materia alla materia.
P. Asti

Biografia
Beatrice Taponecco nasce a Sarzana, La Spezia il 24 novembre 1987, laureata in Scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Carrara, è Accademica d’Onore della Accademia delle Arti del Disegno di Firenze dal 2024. Vive e lavora a Carrara nel suo atelier a Torano.
La poetica di Beatrice Taponecco parla di forme che sappiano esprimere la delicatezza, la forza ed in particolare modo le emozioni che l’occhio e la sensibilità dell’artista colgono attraverso l’osservazione diretta della natura.
Ha ottenuto riconoscimenti in concorsi di scultura nazionali e internazionali e tenuto mostre personali e partecipato ad importanti collettive. Si posso citare tra le altre le personali “A Tu per Tu. Beatrice Taponecco – Piergiorgio Balocchi, a cura di Maria Mancini a Carrara nella sede di Palazzo Binelli; “Sentire la Forma”, a cura di Laura Barreca, project-room#1 al mudaC | museo delle arti Carrara; “Venezia Madre” a cura di Paolo Asti e Valerio Dehò; “Forme nel Verde” San Quirico d’Orcia a cura di Carlo Pizzichini, e le collettive “X Premio Fondazione VAF” al Mart-Museo di Arte Contemporanea di Trento e Rovereto ed alla Stedtgalerie di Kiel.
Ha vinto premi significativi, come il Primo Premio al Concorso di Idee per la realizzazione di un’opera d’arte per la cinquina finalista al Premio Strega nel 2019, il Primo Premio Corti Milano2020 per la realizzazione di un’opera monumentale per via Manzoni 48 a Milano ed il Primo Premio del Concorso pubblico Internazionale svoltosi nel quadro del progetto CREW del Programma Interreg Italia – Slovenia 2021 – 2027, per la realizzazione di una scultura pubblica sul confine lato Sloveno.
La sua presenza in ambito artistico è rafforzata dalla partecipazione a simposi internazionali di scultura e alla realizzazione di opere di grandi dimensioni per committenze private.
Tra le sue opere più recenti, “Una foglia è il divino nell’Universo” al Museo d’Arte sul Mare a San Benedetto del Tronto nel 2023, opera di dimensioni monumentali scolpita a presa diretta sulla superficie di un frangiflutto.
Espone, selezionata tra i 15 finalisti del X Premio Fondazione VAF, sette opere in marmo alla Stadgalerie di Kiel ed al Mart di Rovereto.
Le sue opere sono presenti in importanti collezioni pubbliche e private tra cui la prestigiosa Accademia delle Arti del Disegno di Firenze.
Hanno scritto sul lavoro di Beatrice Taponecco Valerio Dehò, Alessandro Chiodo, Francesco Galluzzi, Piergiorgio Balocchi, Massimo Bertozzi, Bruno d’Udine, Angelo Tonelli, Paolo Asti, Luisa Passeggia, Maria Mancini, Laura Barreca, Cinzia Compalati, Serena Redaelli.

Nei boschi si può entrare – ci si può perdere e si può illuminarci. La pittura moderna è nata nei boschi (la foresta di Barbizon o quella di Fontainebleau) per trasferirsi in città (Parigi). È il percorso topografico dal paesaggismo en plein air francese della metà dell’Ottocento all’Impressionismo.
Il grande sogno dell’uomo è stato quello di penetrare nell’opera d’arte, di poter scivolare dentro l’immagine e viverla, scandito dalla ricerca di una suturazione di questa ferita d’ansia che ha prodotto lungo la storia dell’arte dei palliativi più o meno funzionali – dalla decorazione ad affresco degli ambienti, alla sinestesia delle costruzioni barocche, alle installazioni della seconda metà del Novecento fino alla realtà virtuale e al cinema 3D. In fondo cos’è l’arte, rispetto alla realtà, se non un palliativo?
Nelle fotografie non si può entrare, come non si può entrare nei dipinti e non si può parlare con le statue (chi ci è riuscito, come Don Juan Tenorio, in genere è finito male…). Ma negli ambienti affrescati o dentro le installazioni si può camminare.
F. Galluzzi
“Si può fare esperienza dell’Eden? O soltanto della sua perdita? Non è un caso che il mito del bosco sia da sempre un mito di perdita, ma anche di illuminazione. Beatrice interroga da tempo il bosco con la sua ricerca visiva, come luogo del disordine emotivo (in tutti i sensi buoni e preziosi del termine), ma anche Coe luogo dove si può riuscire a trovarsi. Un Eden ricercato, trasformato e interrogato attraverso le possibilità della materia – nelle sue differenti declinazioni. Un Eden che si può attraversare, fotografare, riprodurre artificialmente, per misurarne le sorprese e le possibilità. Il bosco viene riprodotto, messo in scena e portato direttamente nello spazio espositivo – come a dimostrare che i suoi significati sono moltiplicabili, mai riducibili. In fondo Beatrice è una donna, cioè, come ha scritto Franz Wedekind, un’anima che nell’Eden si stropiccia via il sonno dagli occhi.”
(dalla presentazione alla mostra di F. Galluzzi)
Il lavoro sul marmo dedicato alle foglie apre ad un valore condiviso della relazione tra il tempo e la natura. Il principio resta la collaborazione tra entità coesi- stenti che sembrano appartenere ad ordini di grandezza differenti, ma nascondono l’essere identici. L’arte è una parte della natura e viceversa. Può fermare e tramandare memorie positive di un afflato che non si deve dimenticare. L’artista ricama finemente la durezza della materia cercandone l’ultima natura. Una dopo l’altra le foglie rivelano il biancore di una materia eterea. E’ una forma che viene restituita, la creazione ricrea l’esistente, anche nel variare dei materiali Beatrice mantiene il senso di un’autentica rivelazione. L’arte, lo ripetiamo, non è in concorrenza con la natura perché ne diventa una componente, agisce sulla memoria legata agli archetipi, a qualcosa di cui non possiamo fare a meno, anche se la velocità dell’esistere oggi non consente di prenderne parte. Il tempo della scultura si riprende la vita, diventa genesi in questi lavori preziosi e poetici come lo stupore della semplicità.
Valerio Dehò


Quando spunta una foglia è come se nulla accadesse: si rimane in attesa, come fanno gli insetti, che sboccino i fiori, che maturino i frutti.
È piuttosto quando una foglia muore che si insinuano nei pensieri di tutti riflessioni complicate e preoccupanti.
Una foglia che nasce non ha storia, una foglia che muore è un’esperienza compiuta, ha dato forma al suo destino.
Proprio come le foglie che da tempo ormai scolpisce Beatrice Taponecco.
Quella che abbiamo qui è una foglia larga, soffice e liscia, priva di nervature, che galleggia nell’aria, come ripiegata in sé stessa, ma senza accartocciamenti, che viene sorretta nella sua spinta verso l’alto dallo sviluppo impetuoso di un’onda, mentre all’altro capo ripiega le sue ali, per come il movimento viene completamente riassorbito da un corto risucchio della forma, che costringe la schiuma a ridiventare marmo.
Una forma da cui si sprigiona una luminosità quasi impalpabile ma persistente, alimentata dall’intreccio di un ordito sottile, come di seta, con una trama soffice e vaporosa, che non intende rinunciare alla sua consistenza, come una cipria anche quando è costretta a farsi cenere nelle pieghe più nascoste, dove si rimpiattano le ombre più scure.
La sagoma semplice, come sempre sono le forme della natura, della foglia rimane comunque chiusa in una linea di contorno, fluida e senza interruzioni, persino sulle punte, che sono arrotondate e incurvate con ritmo e armonia, in una continua articolazione di piani aperti, che si sviluppano quasi senza spigoli, dal momento che gli angoli che sono stati smussati, ammorbiditi, o arrotondati del tutto.
In questo sviluppo si annida una sapienza antica, la via larga della scultura, che è capacità di ottenere, anche nella materia dura, lo sviluppo plastico di una leggerezza senza rigidità, adeguata a una forma così vivace che “non sta nella pelle”, levigata dal vento, consumata dall’acqua, calcinata dal sole, come un osso di seppia.
Si scoprono così corposità quasi animali, in questa che dovrebbe essere una forma vegetale. Una forma in cui si è adagiato un senso di quiete, ma non proprio di serenità, perché è comunque un clima di sospensione quello che si sente evaporare, come per una trepidante attesa.
Forse di un’altra “bufera che sgronda sulle foglie dure della magnolia”.
Massimo Bertozzi
Elenco espositivo sintetico
- Rovereto, Mart “ X Premio Fondazione VAF” mostra collettiva , settembre 2024-febbraio 2025.
- Kiel, Stadtgalerie “ X Premio Fondazione VAF” mostra collettiva , giugno-settembre 2024.
- Carrara, mudaC Museo delle Arti Carrara, “Sentire la Forma” mostra personale a cura di Laura Barreca, dicembre 2023-febbraio 2024.
- Carrara, Palazzo Binelli |a Tu per Tu| Beatrice Taponecco e PG Balocchi mostra personale a cura di Maria Mancini, luglio-agosto 2023.
- San Quirico d’Orcia, Siena “Horti Pacis” 51°edizione di Forme nel Verde, rassegna internazionale di scultura a cura di Carlo Pizzichini, luglio-novembre 2022.
- Venezia, Ca’ Cappello Memo “Venezia Madre” mostra collettiva a cura di Paolo Asti e Valerio Dehò, 2022.
- Carrara, Galleria Duomo “Chiari del Bosco” mostra personale a cura di Francesco Galluzzi, dicembre 2018-febbraio 2019.
- San Quirico d’Orcia, Siena “Pause, tra caos e armonia” 48°edizione di Forme nel Verde, rassegna internazionale di scultura a cura di Gaia Pasi in collaborazione con “Eternity” di Maurizio Cattelan, luglio-settembre 2018.
Principali Premi
- 1° PREMIO Concorso pubblico Internazionale svoltosi nel quadro del progetto CREW – Crocevia di visioni, Bando pubblico per progetti standard n. 02/2023 del Programma Interreg VI – A – Italia – Slovenia 2021 – 2027, per la realizzazione di una scultura pubblica sul confine lato Sloveno. Partner: Università Vrtojba IUAV di Venezia e Università di Lubiana Facoltà di Architettura.
- 1° PREMIO Corti Milano 2020, Milano. Concorso promosso da Cittamoderna B.I. e Accademia di Belle Arti di Brera, per la realizzazione di un’opera d’arte da ubicare nella corte del fabbricato di via Manzoni, 38 Milano. Opera realizzata in marmo bianco di Carrara, cm.250h e installata in Corte Manzoni, Milano. 2020.
- 1° PREMIO Premio Strega LXXIII edizione, Roma. Concorso di idee promosso da Fondazione Bellonci e BPER Banca per un’opera riconosciuta come identificativo per la cinquina finalista. Opera realizzata in 6 esemplari in marmo statuario. 2019.
- 1° PREMIO Concorso Internazionale Vie della Scultura – Routes of Sculpture IV edizione, per una scultura monumentale da ubicare nell’ospedale San Jacopo di Pistoia, premio promosso dall’Associazione ElettoArtTour e con il contributo di Studi d’Arte Cave Michelangelo.
Opere monumentali
- Nova Gorica, Slovenia, “Sconfinando” marmo calcata cm. 270.
- San Benedetto del Tronto, collezione MAM Museo d’Arte sul Mare “Una foglia è il divino nell’Universo” travertino romano cm.250.
- La Spezia, collezione privata“Foglia” marmo bianco di Carrara cm.260.
- Cavriglia, Borgo di Castelnuovo d’Avane “Eva, dall’albero da cui proviene la vita” travertino di Rapolano cm.300.
- Milano, corte Manzoni, 38 “Foglia” marmo bianco di Carrara cm.250.
- Carrara, antica scalinata Carrara – Codena “Fontana per la scalinata ritrovata” marmo bianco di Carrara, bronzo, ferro cm.240.
- Udine, collezione Danieli &C. “Rigenerazione” marmo fior di pesco carnico cm.170.
Simposi
- San Benedetto del Tronto, Ascoli Piceno, Simposio Internazionale di Scultura “Scultura Viva” 27°edizione. 2023.
- Arezzo, Simposio Internazionale di Scultura Pietra Sublime 3°edizione. 2022.
- Udine, Simposio Internazionale di Scultura su Pietre del Friuli Venezia Giulia 23°edizione. 2019.
Musei e collezioni pubbliche
- Accademia delle Arti del Disegno, Firenze
- MAM Museo d’Arte sul Mare, San Benedetto del Tronto.
- MocA Museo di Arte Contemporanea, Montecatini.
- Bper banca, Roma.
- Danieli S.p.A. Buttrio – Udine.
Bibliografia essenziale
- X Premio Fondazione VAF, Kiel 2024-MART Rovereto 2025, Manfredi edizioni, 2024 ISBN 9791280049766.
- BEATRICE TAPONECCO Sentire la Forma di Laura Veschi, ed. GD edizioni Sarzana SP, ISBN
9791280745965. - A Tu per Tu PIER GIORGIO BALOCCHI | BEATRICE TAPONECCO, Maria Mancini ed. GD edizioni
Sarzana SP, ISBN 9791280745798. - SCRITTI SULL’ARTE E SULLA LETTERATURA primo volume, Alessandro Chiodo Pondera Verborum
art project ed.Amazon Italia Logistica s.r.l. Torrazza Piemonte TO, 2022 ISBN 9798367448788. - Forme nel Verde 2022 HORTIPACIS artisti per la pace negli Horti Leonini, Carlo Pizzichini
ed.Pixartprinting s.p.a. Quarto d’Altino VE, 2022 ISBN 9788894338768. - PREMIO 2020 COMBAT PRIZE, Paolo Batoni ed Sillabe s.r.l. Livorno 2020 ISBN 9788833402185.
- Forme nel Verde 2018 San Quirico d’Orcia PAUSE TRA CAOS E ARMONIA, Gaia Pasi ed.Grafiche Pistolesi, 2018.
Incarichi e collaborazioni
Collaborazione comitato organizzativo Forme nel Verde 2022 Horti Pacis a cura di Carlo Pizzichini.

Collaborano con lei alcuni dei più prestigiosi laboratori di Carrara tra cui SGF sculpture & desgin e la Cooperativa Scultori di Carrara, attualmente realizza le sue opere presso Bedrock atelier situato nel cuore delle cave.